VIDEO TRANSLATION - ENG
I have often had to deal with very young people who have found themselves plunged within a reception system that is almost detention-like, where extremely rigid rules are in force as if you were dealing with people who have committed felonies and so they have to endure a sentence. So, in them, religion is strong and often I have followed these youths who, at some point, have said “perhaps I would prefer returning”. That is, with all the risks, all the problems. So, certainly the disappointment is very strong as far as first reception conditions are concerned.
RELATED QUOTE - ENG
I have noticed many times a disappointment, yes. Especially regarding, for example, the reception conditions, for asylum seekers, humanitarian protection seekers. There the disappointment is strong, a bit because I often had to deal with very young people who found themselves immersed in a reception system that was almost like a prison, where there were extremely rigid rules as if they were people who had committed crimes and therefore had to be punished. The disappointment in them is strong and I have often assisted these young people who at a certain point have said “maybe I would rather go back”. That is with all the risks, with all the problems. So, there is certainly great disappointment regarding the conditions of first reception. About the communities, however, the situation is a bit different. There is disappointment, but from an economic point of view, because often employers try to apply labor rates that are much more similar to those of the country of origin than to those of the host country. I helped some tailors sue their employers because they were paid EUR 1 an hour, which is probably good pay according to the exchange rate of the country of origin but not for the host country. So, the difficulty of sending money home, the need to live on very little. This gives frustration and creates a further marginalization compared to the community dimension that tends to marginalize.
VIDEO TRANSCRIPTION - IT
Spesso mi è capitato di avere a che fare con persone molto giovani che si sono ritrovati immersi all’interno di un sistema di accoglienza quasi detentivo, dove vigevano regole estremamente rigidi, come si trattasse di persone che avesse commesso dei reati e quindi dovesse subire una pena. Ecco, in loro la religione è forte e spesso mi è capitato di seguire questi ragazzi che, ad un certo punto, hanno detto “Forse preferirei tornare indietro”. Questo con tutti i rischi, con tutte le problematiche, quindi, sicuramente forte delusione per quanto riguarda le condizioni di prima accoglienza.
RELATED QUOTE - IT
Ho notato tante volte una delusione, questo sì. Soprattutto per quanto riguarda, ad esempio, le condizioni di accoglienza, quindi per i richiedenti asilo, i richiedenti protezione umanitaria. Lì la delusione è forte, un po’ perché spesso mi è capitato di avere a che fare con persone molto giovani che si sono ritrovate immerse all’interno di un sistema di accoglienza quasi detentivo, dove vigevano regole estremamente rigide come se si trattasse di persone che avessero commesso dei reati e quindi dovessero subire una pena. Ecco, in loro la delusione è forte e spesso mi è capitato di seguire questi ragazzi che ad un certo punto hanno detto “forse preferirei tornare indietro”. Questo con tutti i rischi, con tutte le problematiche. Quindi sicuramente forte delusione per quanto riguarda le condizioni di prima accoglienza. Sulle comunità invece il discorso è un po’ diverso. La delusione c’è ma da un punto di vista economico, perché spesso i datori di lavoro connazionali cercano di applicare delle tariffe del lavoro che sono molto più simili a quelle del paese di origine che a quelle del paese che accoglie. Io mi sono ritrovato a fare cause per sarti che venivano pagati 1 euro l’ora, che sono paghe buone probabilmente secondo il cambio del paese di origine ma non per il paese di approdo. Quindi la difficoltà di mandare soldi a casa, la necessità di vivere con pochissimo. Questo dà frustrazione e crea un’emarginazione ulteriore rispetto alla dimensione comunitaria che di per sé è tendente all’emarginazione.