EUROPE THROUGH SCREENS Video 2

VIDEO TRANSLATION - ENG

The Albanese youths with whom I have often exchanged words, from Albania, when it was still an extra-communitarian country and so it had many problems, especially related to inclusion within Europe. Anyway, these youths spoke Italian well because they watched Italian tv shows, so this has always made them want to speak the language: the soccer games, the news. And this also happens in some countries in the North of the Maghreb region, and there too they have many Italian channels, and this in some ways helps, it facilitates the passage from leaving one’s country of origin to then reach here, our country. This also helps them with languages: precisely, they have the ability to learn English, French through channels. In many areas also in North Africa, they get several tv channels. Clearly the maximum level of information is CNN, so they too follow that channel.

RELATED QUOTE - ENG

Televisions may have been a very important boost as well. I give the example of Bangladesh or Pakistan, some situations where one thinks that they are countries that are not doing too bad, when actually they are countries that have very big problems as well. And so, they look for the escape route to Europe. There (in these countries) it’s not that everything is completely (out of the world). Maybe they have some TVs in some place, (for example) in some stores, they see and watch and they are attracted by the “status symbol” (he does the quotation marks gesture) that we live here. Which (let’s face it), for heaven’s sake… We are gentlemen here, we live, we have a house, we are all doing well, no one is better off than us. We should also be aware of the good fortune we have. And so, the means of communication are those. The telephone has accelerated a lot and so has television. I’ll give you a very simple example, I’ll take you back to many years ago.

[…]

when Albania was still a non-EU country and therefore still had problems, let’s say, of inclusion within Europe. However, Albanians spoke Italian well because they watched Italian television. The same thing happened in the North Maghreb countries, where Italian television arrived. And therefore, they were also encouraged by speaking Italian and watching television (soccer matches, the news…), and therefore that helped, it conveyed and facilitated the passage from the country of origin to our country. Then they, those from North Africa, have an easier time speaking French or English because they have ties and whatever else, so they are more inclined to speak in languages that we also have, using CNN or those channels that are important in North Africa, and so they already speak much more of the European language than other countries in North Africa that may not have this access.

VIDEO TRANSCRIPTION - IT

I ragazzi albanesi con cui mi sono confrontata spesso in piazza, di quell’Albania comunque quando era ancora un Paese extracomunitario, quindi aveva delle problematiche legate comunque soprattutto all’inclusione proprio all’interno dell’Europa. Comunque questi ragazzi parlavano bene l’italiano, anche perché guardavano i programmi televisivi italiani, quindi questo li ha sempre invogliati a parlare la lingua: le partite di calcio, il telegiornale. Ma come anche accade in alcuni Paesi del nord del Maghreb, anche lì appunto arrivano molti canali italiani, e questo diciamo in qualche modo aiuta, veicola il passaggio dal partire dal proprio Paese di origine e arrivare poi nel nostro Paese. Questo li aiuta anche nelle lingue: hanno la possibilità appunto di parlare inglese, francese, attraverso i canali. In molte zone anche appunto nel nord Africa arrivano diversi canali televisivi. Chiaramente quello massimo dell’informazione è la CNN, quindi anche loro seguono quel canale lì.

RELATED QUOTE - IT

Anche le televisioni possono aver dato una spinta molto importante. Faccio l’esempio del Bangladesh o del Pakistan, alcune situazioni in cui uno pensa che sono paesi che non stanno male, quando in realtà anche loro sono paesi che hanno problematiche molto grosse. E quindi cercano la via di fuga verso l’Europa. Lì non è che è tutto completamente (fuori dal mondo). Magari qualche televisore in qualche posto ce l’hanno, (ad esempio) in qualche negozio, loro vedono e guardano e vengono attirati dallo “status symbol” (fa il gesto delle virgolette) che viviamo qua. Che (intendiamoci), per l’amor del cielo… Siamo dei signori qua, viviamo, abbiamo una casa, stiamo tutti bene, meglio di noi non sta nessuno. Dovremmo essere anche consenzienti della fortuna che abbiamo. E quindi i mezzi di comunicazione sono quelli. Il telefono ha accelerato tantissimo e quindi anche la televisione. Ti faccio un esempio banalissimo, ti porto indietro di tanti anni.

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I ragazzi albanesi, coi quali mi sono confrontato tante volte in piazza e in cui l’Albania era ancora paese extracomunitario e quindi aveva ancora problematiche, diciamo così, di inclusione all’interno dell’Europa. Comunque loro parlavano bene l’Italiano perché guardavano la televisione italiana. Stessa cosa nei paesi del Nord Maghreb, che la televisione italiana arrivava lì. E quindi loro venivano invogliati anche dal parlare italiano e guardando la televisione (le partite di calcio, il telegiornale…), e quindi quello aiutava, veicolava il passaggio per venire dal paese d’origine al nostro paese. Poi loro, quelli del Nord Africa, hanno più facilità a parlare il francese o l’inglese, perché hanno legami e quant’altro, quindi sono più portati a parlare con delle lingue che anche noi, utilizzando la CNN o quei canali di riferimento che sono importanti nel Nord Africa, e quindi parlano già molto di più la lingua europea rispetto a altri paesi del Nord Africa che magari non hanno questo accesso.

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